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Dettagli sulla Carie
Terapia della Carie
 

 

Dettagli sulla Carie

La carie dentale è una malattia distruttiva dei tessuti del dente  provocata dall'interazione di tre fattori causali:

1)microorganismi cariogeni
2)carboidrati dell'alimentazione
3)cariorecettività dell'ospite

La carie comporta un processo di demineralizzazione che consiste in una solubilizzazione dei sali minerali dei tessuti duri (smalto cemento dentina) e nella dissoluzione delle sostanze organiche ivi contenute.Ricerche sperimentali classiche hanno messo in evidenza che la carie dentale è una malattia batterica sostenuta in modo particolare dallo streptococco mutans che tuttavia per agire in senso cariogeno abbisogna degli zuccheri apportati dalla dieta alimentare (in modo specifico dal saccarosio).

Infatti:

a) animali mantenuti in ambienti privi di germi non sviluppano la carie pur essendo nutriti con diete cariogene;
b) animali che presentano un cavo orale non sterile e che sono nutriti con dieta cariogena somministrata con sondino gastrico non sviluppano carie;
c)animali con cavo orale sterile ma nutriti con dieta cariogena miscelata con colture di batteri orali presentano carie;

Microorganismi e carboidrati entrano fra i fattori costitutivi della cosiddetta placca batterica.

La placca batterica

La placca batterica è un ammasso di microorganismi conglobati in una matrice interbatterica.Ricerche eseguite con il microscopio elettronico a scansione hanno messo in evidenza le modalità con cui si forma una placca. Sul dente appena pulito si forma molto rapidamente, per precipitazione di mucoidi e glicoproteine salivari, la cosiddetta pellicola esogena acquisita dello spessore di circa 1000 A che ha funzioni protettive nei confronti del dente ma che al tempo stesso favorisce la colonizzazione e l'adesione dei germi che incominciano a depositarsi.Tali germi sono rappresentati da una flora eterogenea: streptococchi, latto-bacilli, actinomiceti, borrelia, veilonella, fusobatteri, ecc..

Per la formazione delle carie il più importante microorganismo è rappresentato dallo Streptococcus mutans ( che sembra essere una variazione dello Streptococcus sanguis ). Altri germi cariogeni sono:

lo Streptococcus salivarius, il Lactobacillus casei, il Lactobacillus acidophilus, Actinomices naeslundi.I germi cariogeni agiscono con meccanismi enzimatici sul substrato glucidico contenuto nella placca e proveniente dagli alimenti trasformandolo in sostanze utili per il proprio metabolismo ed in altre che contribuiscono alla formazione della carie. In particolare:

-le idrolasi glicosidiche trasformano in monosaccaridi i carboidrati polimerizzandoli poi in glicogeno che viene utilizzato dai germi per il loro metabolismo;
-le glicosiltransferasi
sintetizzano polisaccaridi come il destrano il mutano e il levano costituenti la matrice interbatterica che è un gel colloidale con caratteristiche di adesività inglobante i germi;
-le pirofosfatasi solubilizzano i pirofosfati dello smalto;
-le aminopeptidasi agiscono sulla componente organica dei tessuti duri del dente;
-gli enzimi glicolitici provocano la degradazione degli zuccheri con formazione di acidi (piruvico, lattico)responsabili dei processi di demineralizzazione dei tessuti duri del dente.

La placca batterica aderisce:

a)ai tessuti dentali in corrispondenza di determinati punti di elezione rappresentati dagli spazi interdentali, dal colletto, dai solchi delle superfici occusali;

b)alla superficie delle protesi;

c)alla superficie delle otturazioni, soprattutto se non si è provveduto ad una adeguata lucidatura;

d) al tartaro. Da tener presente che il tartaro è una placca batterica mineralizzata.

 

Cariorecettività dell’ospite

 

Può essere legata a fattori intrinseci (cioè a caratteristiche costituzionali del soggetto o a sue particolari situazioni patologiche o fisiologiche) e a fattori estrinseci o esterni.

 

Fattori intrinseci:

1) Ereditarietà:si è osservata la tendenza genetica di una predisposizione o di una resistenza alla carie. L'ereditarietà può anche essere riferita a situazioni che predispongono alla carie: caratteristiche morfologiche del dente con disposizione delle fossette, dei solchi e delle cuspidi favorenti il ristagno alimentare.Sempre in riferimento all'ereditarietà si può citare sia l'irregolare allineamento dei denti (affollamenti, malposizioni, ecc.) che facilita pure il ristagno dei residui di cibo e, d'altra parte, ostacola una corretta igiene, sia le ipoplasie dentarie che costituiscono zone di minor resistenza nei confronti degli stimoli cariogeni.

2) Alterazioni dell' apporto salivare. La saliva gioca un ruolo molto importante per l’integrità del tessuto dentale per le sue azioni di autodetersione, per la sua attività antibatterica legata al   lisozima, per la sua capacità tampone di annullare variazioni di acidità nel cavo orale, per il suo contenuto di immunoglobuline.

Si è osservato un’alta incidenza di carie in soggetti presentanti scarso apporto di saliva per farmaci, malattie o trattamento radiante.

Vi sono anche significative differenze delle caratteristiche della saliva nella persona cariorecettiva e in quella carioresistente: in queste ultime vi è un consumo di ossigeno e di glucosio nettamente superiore alle prime.

3) Malattie intestinali con turbe del riassorbimento alimentare, tbc, lue, malattie decalcificanti.Tali fattori agiscono sul dente in via di formazione ma non su quello  formato in quanto il dente è una riserva di calcio stabile che non viene mobilizzata.

4) Gravidanza: per il motivo sopra detto la carie non è legata a demineralizzazione primaria (riassorbimento di calcio) ma è relativa a modifiche dello stato umorale che si ripercuotono sia  sulla composizione biochimica della saliva, sia a livello gengivale determinando situazioni congestizie con facile sanguinamento. Ciò fa che spesso la donna trascuri l'igiene buccale: si può quindi avere accumulo di placca batterica e insorgenza di carie.

5) Disendocrinie.la tiroide stimola i tessuti ectodermici tra cui lo smalto.Negli ipotiroidei quindi vi è facile predisposizione alle lesioni cariose.La paratiroide svolge un’azione di calcificazione e quindi, nei casi di deficienza del paratormone, possono residuare difetti di struttura delle sostanze dure del dente.

L’iperovarismo e l’iperorchitismo sono sfavorevoli al trofismo del dente.

6) Particolare morfologia dei denti (la carie è più frequente nei pluricosupidati per la maggiore possibilità di ristagno alimentare sulle superfici occlusali).

7) Tra i fattori intrinseci dobbiamo annoverare anche i fattori razziali (le popolazioni nordiche sono più colpite da carie rispetto a quelle mediterranee); l'età (i giovani sono più colpiti da carie);Il sesso nel senso che la carie femminile dà una frequenza maggiore di quella maschile.

Fattori estrinseci:

1) Alimentazione non idonea: per il normale metabolismo del dente è importante un apporto equilibrato di proteine, di lipidi, considerate sostanze cariostatiche, di vitamine (in particolare A,C,D), di sali minerali (calcio, fosforo, magnesio, potassio, zolfo, sodio) e di oligoelementi come ìl vanadio, il molibdeno, il litio e il manganese. Tra questi è di particolare importanza il fluoro.La mancanza e l'irregolare apporto di tali sostanze può condizionare l'insorgenza del processo carioso. Poichè, inoltre, come si è visto, i germi agiscono su un substrato derivante dagli alimenti appare chiara anche l'importanza della qualità dei cibi ingeriti tenendo conto in particolare degli zuccheri contenuti in cibi con caratteristiche di adesività.La seguente tabella elaborata da Lundquist mette in evidenza il potere cariogeno di taluni alimenti facendo presente che favorisce la carie un indice di potere cariogeno (indicato a destra degli alimenti) superiore a 10.

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2) Fattori locali vari: cattiva igiene e quindi deposito di residui alimentari, otturazioni male eseguite (con possibili infiltrazioni e quindi di carie secondaria), difettosa ricostruzione dei punti di contatto, protesi mal fatte, apparecchiature ortodontiche fisse.

3)Ambiente di lavoro: panettieri, fabbricanti di dolciumi, lavoratori delle saline, sono particolarmente disposti alla carie per inalazione di pulviscolo ricco di sostanze cariogene.

4) Fattori geografici: hanno importanza le caratteristiche del suolo. E' molto elevata ad esempio la carie in quelle regioni i cui terreni sono costituiti da formazioni granitiche (come la Svizzera) in cui mancano in cui mancano i sali di calcio.Nelle regioni in cui la fluorosi è endemica per (eccesso di fluoro nell'acqua potabile), la carie è molto ridotta.

(N.B.: Per stabilire lo stato di salute dentale della media di una popolazione si usa un indice particolare detto DMF-T che riferisce il numero dei denti (Teeth) cariati (decayed) persi (missed) per estrazioni od altra causa e otturati (filled). Nel 1982 l'indice era di 4,1 nei paesi del Terzo Mondo e di 3,3 nei paesi industrializzati).

 

Eziopatogenesi:

 

1) Teoria acidogena di Miller: i germi trasformano gli zuccheri in acidi (tra cui l'acido lattico), che decalcificano lo smalto con formazione di cavità.

2)   Teoria proteolitica di Gottlieb: disintegrazione della componente organica ad opera di germi proteolitici.

3) Teoria della proteolisi-chelazione: la proteolisi operata dai germi genera particolari composti (acido aspartico, acido glutaminico, ecc.) che per chelazione si legano al Ca dello smalto formando composti solubili nella saliva.

4) Teoria della irresistenza dello smalto (Leingruber): l'irresistenza è un particolare stato biochimico patologico dello smalto provocato da alterazione della saliva che comporta uno smembramento della fibrilloapatite e la formazione del cono cariogeno.

5) Teoria endogena della carie: la carie sarebbe dovuta a turbe del trofismo degli odontoblasti con indebolimento della dentina e dello smalto (Fargin-Fayolle) o dell'accumularsi di fosfatasi nella polpa con azione demineralizzante primaria della dentina e indebolimento dello smalto (Czerney).

 

Anatomia patologica

Carie dello smalto

La carie può interessare le fessure intercuspidali o la superficie liscia.

1) La carie che inizia a livello dei solchi ha forma di imbuto rovesciato con base rivolta verso la dentina.Ciò in relazione al particolare orientamento dei prismi.
    Si presenta clinicamente con pigmentazioni brune dovute alla presenza di germi cromogeni

2) La carie che inizia su una superficie liscia si manifesta come una chiazza bianca opaca per i processi di decalcificazione ,e proteolisi. E' scabrosa alla specillazione. Ha forma     di cono con base verso l'esterno.

Carie della dentina

Rappresenta l'evoluzione di un processo cariogeno interessante lo smalto o il cemento. Può evolvere in due direzioni: una parallela alla giunzione amelo-dentinale (carie sottominante e frattura precoce dello smalto non più sostenuto dalla dentina sottostante) e l'altra perpendicolarmente alla giunzione in direzione della polpa.

Procedendo dall'esterno all'interno in senso pulpare notiamo i seguenti strati:

1) Zona di distruzione (che è la cavità stessa della dentina): con detriti da varia natura (residui dello smalto, residui alimentari, cellule epitelliali di sfaldamento).

2)  Zona di rammollimento: dentina completamente decalcificata invasa da una ricchissima flora batterica.

3) Zona di invasione: i batteri, detti pionieri della carie, invadono i canali della dentina fra le fibre di Tomes e la parete dei tubuli. Questi si rigonfiano formando ampolle decalcificate. Le fibre di Tomes subiscono ua degenerazione grassa.

4) Zona di reazione o traslucida: si può considerare una zona di difesa in cui si ha la precipitazione di sali calcarei nei tubuli dentinali che tendono ad obliterarsi nel tentativo di opporsi all'invasione dei germi.

5) Zona di intorbidamento: è provocata dal germi che riescono ad oltrepassare la zona di difesa provocando alterazioni simili a quella descritta sulle zone di invasione.

6) Zona di dentina secondaria reazionale: si forma per lo stimolo irritativo provocato dai batteri.

Carie del cemento

Il cemento non è generalmente a contatto con il cavo buccale ma lo diventa nelle parodontopatie in cui si verifica l'allungamento della corona clinica. Anche a questo livello possono costituirsi le placche favorendosi l'insorgenza della carie. Questa si manifesta con una depressione poco accentuata a bordi non netti e fondo rammollito.La carie può  progredire rapidamente mettendo a nudo una grande estensione di dentina radicolare.

Classificazione della carie

In base alla perdita di sostanza dei tessuti duri si ha la suddivisione di Black in cinque classi:

I classe: cavita cariosa interessante i solchi occlusali dei molari e premolari, le fossette vestibolari dei molari inferiori, le fossette palatine dei molari superiori, i forami ciechi e le superfici linguali degli incisivi e canini superiori;
II classe: cavità cariose delle superfici approssimali dei molari e premolari;
III classe: cavità cariose delle superfici approssimali degli incisivi e canini non interessanti l'angolo incisivo;
IV classe: cavità cariose delle superfici approssimali degli incisivi e dei canini con interessamento dell'angolo incisivo;
V classe: cavità cariose interessanti il terzo gengivale vestibolare o linguale dei denti (carie del colletto).*

In base all’evoluzione clinica distinguiamo le carie in:

- carie senza interessamento della polpa, che sono relative a smalto, dentina, cemento;
- carie con interessamento della polpa dentale.

Infine, relativamente al tempo in cui si manifesta distinguiamo una carie rapida e una carie a decorso lento. Alcune volte in certe carie a decorso molto lento si ha un arresto spontaneo: carie secca con aspetto di macchia oscura.

   

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Sintomatologia

Carie senza interessamento della polpa:

a) manca il dolore spontaneo. Il dolore è provocato da stimolazioni termiche, chimiche o pressorie e cessa con il cessare dello stimolo o poco dopo;
b) la specilizzazione non provoca dolore. Asportando la dentina rammollita rimane ancora un diaframma di dentina sana.

Carie con interessamento della polpa:

a) può essere presente la sintomatologia pulpitica perchè la polpa è infiammata e vitale (v. Pulpopatie).Scarsa consistenza del fondo della cavità;
b) può mancare la sensibilità perché il dente ha polpa necrotica e non è vitale (v. Pulpobatie). La cavità è profonda con pareti rammollite.            '

(*)Oltre alle cinque classi di Black esiste una VI classe che si riferisce alla presenza di cavità sulla sommità delle cuspidi dei denti posteriori e sul bordo incisivo dei denti anteriori.

 

 

Testi tratti da: Argomenti di Odontoiatria 4° edizione di Giovanni Zampetti - La Goliardica Pavese Edizioni
Immagini tratte da: Atlante di Odontoiatria vol.IV - Carioprofilassi e Terapia Conservativa - Piccin Edizioni

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